• via Crescenzio, n. 2, scala B, interno 3, Roma
  • 331/2269734
  • assistenzarisarcimentoamianto@gmail.com

Colombo Servizi Srl

Assistenza Risarcimento Amianto

Amianto: malattie correlate

 

Amianto: malattie correlate all’esposizione

Malattie correlate all’amianto o asbesto sono causate dai minerali del gruppo degli inosilicati (serie degli anfiboli) e dei filosilicati (serie del serpentino). Questi hanno una consistenza fibrosa.

Le fibre di amianto sono altamente cancerogene e possono provocare infiammazioni e tumori da amianto anche con basse esposizioni.

La Colombo Servizi S.r.l fornisce l’assistenza risarcimento amianto e permette di chiedere la consulenza sanitaria e legale gratuita. La società può fornire questo servizio grazie alla collaborazione con l’ONA Aps e all’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni, garantendo il servizio di assistenza legale per tutti i cittadini.

Assistenza medica e tutela legale malattie asbesto correlate

Amianto malattie correlate

 

Indice

Cancerogenicità dell’amianto: le conferme dello IARC

Asbesto e amianto sono sinonimi. Le fibre di asbesto sono altamente cancerogene, anche se si ha un’esposizione limitata. Purtroppo, in Italia come nel resto del mondo, l’amianto è stato diffusamente utilizzato nel settore edile per le sue caratteristiche.

Il fibrocemento, chiamato eternit, è una mistura di cemento e asbesto. È la forma più comune di utilizzo in edilizia. Questo materiale è soggetto a danneggiamento o frantumazione e rilascia, così, polveri e fibre. Queste, una volta inalate, si depositano all’interno degli organi delle vie aeree, provocando l’infiammazione.

L’infiammazione, a sua volta, può causare il processo di cancerogenesi. Si contano più di 3.000 applicazioni e centinaia di persone sono rimaste esposte e hanno contratto malattie asbesto correlate, spesso mortali.

Gli effetti cancerogeni dell’amianto sono stati esposti anche dall’ultima monografia dello IARC (Volume 100C – IARC Monographs):

There is sufficient evidence in humans for the carcinogenicity of all forms of asbestos (chrysotile, crocidolite, amosite, tremolite, actinolite, and anthophyllite). Asbestos causes mesothelioma and cancer of the lung, larynx, and ovary. Also positive associations have been observed between exposure to all forms of asbestos and cancer of the pharynx, stomach, and colorectum.

Epidemia da malattie amianto: la conferma dell’ISS

Secondo il report dell’Istituto Superiore di Sanità, ancora a 17-25 anni dalla messa al bando dell’amianto, il numero di patologie asbesto correlate è rilevante nella popolazione italiana. L’ISS ha stimato che, fino al 2017, ci sono stati circa 231.000 decessi l’anno nel mondo dovuti a malattie asbesto correlate.

In particolare, in Italia, dal 2010 al 2016, si contano 7.660 uomini e 2.947 donne vittime di mesotelioma. Invece, per asbestosi, sono morti 361 uomini e 44 donne. Infine è stimato che 11% dei tumori polmonari che colpiscono gli uomini è attribuibile all’esposizione ad amianto (2.718 decessi l’anno), mentre 1,2 % nelle donne (112 decessi l’anno). A queste patologie si aggiunge anche il tumore ovarico, di cui circa lo 0,5% è attribuibile all’esposizione ad amianto (circa 96 decessi nel periodo tra il 2010 e il 2015).

Patologia asbesto correlata: malattia professionale

La malattia professionale viene definita dall’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, come una:

patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo.

Perciò questa categoria comprende tutte le malattie la cui causa non è dovuta ad un evento violento. Essa viene provocata da qualcosa che agisce lentamente nel tempo, una causa diluita.

La causa della malattia amianto professionale è diretta ed efficiente. È perciò in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo e prevalente. La patologia deve essere contratta a causa delle lavorazioni rischiose, come riporta il Testo Unico.

Per definire una patologia malattia professionale basta anche il concorso di cause professionali. Tuttavia queste non devono interferire con il nesso causale in quanto capaci, da sole, di produrre l’infermità.

In altre parole è necessario che l’infermità abbia un rapporto causale o concausale, diretto con il rischio professionale. Il rischio può dipendere dal tipo di lavorazioni svolte o dallo stesso ambiente lavorativo.

L’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA, identifica coloro che sono maggiormente esposti alle fibre d’amianto nella sua pubblicazione “Il libro bianco delle morti d’amianto in Italia-ed.2022.

Malattia professionale da amianto: i requisiti

Una malattia, per essere classificata come professionale, deve rispettare determinati requisiti:

  • deve essere causata dall’esposizione a determinati rischi correlati alla tipologia di lavoro svolto (contatto con polveri o sostanze nocive, rumore, vibrazioni, radiazioni) o alle misure organizzative messe in atto che agiscono negativamente sulla salute del lavoratore;
  • il rischio deve agire in maniera prolungata nel tempo.

Infatti le malattie professionali causate dall’inalazione di fibre di amianto possono avere un tempo di latenza dai 30 ai 40 anni, poiché il cancerogeno agisce sull’organismo in maniera prolungata nel tempo.

Questo tipo di malattia da amianto deve essere riconosciuta e indennizzata dall’INAIL.

Il ruolo di altri agenti cancerogeni

Gli agenti cancerogeni sono quelle sostanze che causano mutazioni del DNA. Ciò porta allo sviluppo del cancro. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha identificato ben 400 agenti cancerogeni.

Il tumore, chiamato anche neoplasia, indica una massa di tessuto di cellule che si riproduce in maniera anomala e incontrollata. Questa massa poi si diffonde in una o più aree circostanti dando vita a metastasi.

Più del 90% delle neoplasie è causato da esposizioni ambientali a cancerogeni. Si stima, infatti, che i tumori professionali siano tra il 2% e il 20% di tutti i casi e che provochino almeno 200.000 decessi ogni anno per amianto nel mondo. Inoltre le statistiche riportano 17,5 milioni di nuovi casi di tumore e 8,7 milioni di decessi.

Determinate sostanze sono state associate all’insorgere di tumore specifici. Un esempio è la relazione tra fumo di sigaretta e il tumore al polmone o quella tra l’esposizione all’asbesto e il mesotelioma e l’asbestosi. Tuttavia, un recente Report del Global Burden of Disease Cancer Collaboration ha dimostrato che, nonostante siano diminuite le abitudini tabagiche, sono aumentati i tumori del polmone del 33%, nel periodo dal 2005 al 2015.

Il mesotelioma è un tumore che colpisce le cellule del mesotelio, cioè il tessuto di membrane sierose degli organi interni. Per il 93% dei casi si verifica il mesotelioma pleurico. Quando le fibre possono raggiungere il peritoneo, si ha il mesotelioma peritoneale, che riguarda il 5% del totale dei casi di mesotelioma. Ci sono infine i mesoteliomi del pericardio e della tunica vaginale del testicolo, che coprono ciascuno l’1% dei casi.

Amianto: malattie correlate riconosciute dall’INAIL

La maggior parte delle morti dovute al cancro di origine professionale si verifica nel mondo sviluppato.

Per prevenire lo sviluppo di tutte le neoplasie asbesto correlate è indispensabile la prevenzione primaria. Questa consiste nell’evitare ogni esposizione alla fibra killer, come sostiene anche la revisione del Consensus di Helsinki (Commento del Prof. Philip J Landrigan).

Purtroppo, però, ancora sono milioni i lavoratori che rischiano di contrarre il mesotelioma o altre patologie amianto. Il motivo è l’effetto cancerogeno di fibre di amianto presenti sul posto di lavoro.

L’INAIL ha classificato queste patologie causate dall’esposizione ad asbesto di origini professionali in tre liste.

Lista I INAIL malattie professionali

Le malattie che l’INAIL ha inserito nella lista I sono considerate asbesto correlate la cui origine è di “elevata probabilità“. Le vittime di amianto patologie comprese in questa lista sono assistite dalla presunzione legale di origine.

È quindi sufficiente la presenza delle fibre di amianto nel luogo di lavoro per ottenere il riconoscimento di malattia professionale.

Di conseguenza si ha diritto alla costituzione della rendita INAIL e al risarcimento danni differenziali e complementari a carico del datore di lavoro.

 

Lista II e III INAIL malattie professionali

Nella lista II dell’INAIL sono inserite le malattie che, pur essendo riconducibili ad esposizione all’amianto, hanno una limitata probabilità di origine professionale. In questo caso non è prevista la presunzione legale d’origine.

 

Non essendoci la presunzione legale d’origine, sarà la vittima delle patologie da amianto della lista II a dover dimostrare il nesso causale per ottenere le prestazioni INAIL.

Quindi il lavoratore sarà indennizzato qualora dimostri l’origine professionale di amianto malattia, ovvero la sua riconducibilità all’esposizione di sostanze dannose nell’ambiente lavorativo.

La lista III, infine, comprende solo il tumore all’esofago, la cui origine lavorativa è ritenuta possibile.

Altre patologie asbesto correlate non riconosciute

Oltre alle malattie riconosciute dall’INAIL, vi sono altre malattie provocate dall’amianto che si manifestano fino a 40 anni dall’esposizione.

L’asbesto provoca patologie fibrotiche e tumori anche ad altri organi, oltre quelli già citati precedentemente. Possono coinvolgere il cervello, la colecisti, i tessuti emolinfopoietici, la mammella, il pancreas, la prostata, i reni, la tiroide e la vescica. In particolare la correlazione tra quest’ultima neoplasia e l’amianto è dimostrata da vari studi scientifici:

 

Inoltre anche altre malattie degenerative non tumorali possono essere provocate dalle fibre di amianto. Per esempio possono colpire il cuore (è questo il caso della miocardiopatia) oppure coinvolgere il sistema nervoso (morbo di Alzheimer). In più possono provocare anche la sclerosi laterale amiotrofica, la fibromialgia e vari problemi cardiovascolari.

Amianto, malattie correlate: tutela INAIL

Ogni vittima di malattia correlata all’amianto, di cui viene riconosciuta la sua origine professionale, ha diritto alle prestazioni INAIL.

La società Colombo Servizi S.r.l. si avvale della collaborazione con Osservatorio Nazionale Amianto APS e dello staff di legali e medici. È così possibile richiedere la consulenza gratuita, online o per iscritto, in modo da guidare il paziente al riconoscimento dei propri diritti.

Dimostrata la presenza di amianto presso il luogo di lavoro, la vittima ha il riconoscimento di malattia professionale, ai fini previdenziali e risarcitori. Il percorso amministrativo da seguire per ottenere l’indennizzo INAIL comprende:

  • Denuncia malattia professionale è la certificazione necessaria per dare inizio alla procedura di riconoscimento dell’origine professionale della malattia asbesto correlata.
  • Accertamento del danno biologico permanente serve per ottenere il riconoscimento dell’origine professionale della malattia e quantificare il grado invalidante, utile nell’eventuale giudizio per il risarcimento danni a carico del datore di lavoro.
  • Revisione danno permanente, in cui sia l’INAIL che la vittima possono chiedere di riesaminare la quantificazione del danno biologico in caso di aggravamento.
  • Ricorso amministrativo e giudiziario, in caso di mancato riconoscimento della rendita o di riconoscimento di grado invalidante inferiore.
  • Prestazioni INAIL, cioè la vittima ha diritto all’indennizzo del danno biologico e al risarcimento dei danni da diminuite capacità di lavoro con una rendita mensile o un risarcimento.

Fondo Vittime Amianto per patologie asbesto correlate

Le vittime di patologie asbesto correlate, comprese nelle tabelle delle malattie professionali dell’INAIL, hanno diritto alla prestazione aggiuntiva del Fondo vittime amianto. Questo è stabilito dall’art.1, co. 241/246, L.244/2007.

La prestazione è erogata direttamente dall’INAIL e viene sommata alla rendita mensile o alla rendita in reversibilità in favore degli eredi.

Prepensionamento INPS e pensione d’invalidità

Tutti i lavoratori affetti da malattie correlate all’amianto, una volta ottenuto il riconoscimento di malattia professionale dall’INAIL, hanno diritto ai benefici contributivi.

L’ex art. 13, co. 7, L. 257/1992 stabilisce che la vittima ottiene una maggiorazione contributiva del 50% del periodo di esposizione nel luogo lavorativo. Si può così accedere al prepensionamento. Se si è già in pensione, invece, si avrà diritto alla rivalutazione dei contributi, utilizzando sempre il coefficiente 1,5.

L’articolo 1, comma 250, Legge 232/2016 ha sancito, invece, il diritto all’immediato pensionamento per i lavoratori sprovvisti dei requisiti per ottenerlo, al momento dell’insorgenza della malattia correlata all’amianto.

Quindi la pensione d’invalidità amianto può essere adottata solo se, nonostante l’accredito dei benefici con il coefficiente 1,5, non si matura ancora il diritto alla pensione.

Amianto, malattie correlate: assistenza vittima del dovere

Per la Legge 266 del 23 dicembre 2006, art. 1, c0. 563-564, i soggetti, che hanno diritto alle prestazioni in qualità di vittima del doveresono coloro che hanno svolto servizio presso: Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Esercito, Marina Militare, Aeronautica, Polizia Penitenziaria, Corpo forestale dello Stato, Vigili del fuoco  e Polizie municipali.

Il personale civile e militare operante nelle Forze Armate e nel Dipartimento di Sicurezza, che risulta affetto da malattie amianto correlate riconosciute dall’INAIL, ha quindi diritto a prestazioni e benefici.

Molti casi di patologie causate dall’esposizione all’amianto sono stati riscontrati in coloro che hanno prestato servizio alla Marina Militare. Il motivo è l’elevata presenza di amianto nelle basi a terra ma, soprattutto, nelle unità navali.

Malattie correlate all’amianto: risarcimento danni

I lavoratori vittime di esposizione professionale ad asbesto hanno diritto al riconoscimento integrale di tutti i danni subiti.

L’INAIL indennizza solo il danno biologico e quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro. Il risarcimento del danni, compresi eventuali danni morali ed esistenziali, si ottiene, invece, facendo valere la responsabilità contrattuale ed extracontrattuale.

In caso di decesso, anche i familiari possono richiedere il totale ristoro dei danni subiti. Gli eredi possono agire per ottenere il risarcimento per i danni avuti personalmente (iure proprio) e per quelli subiti in seguito alla morte del congiunto (iure hereditario).

Si può richiedere il risarcimento danni se si riesce a dimostrare il nesso causale. Spesso, infatti, i datori di lavoro sostengono la natura extraprofessionale di questo tipo di tumore. Tuttavia tutte le esposizioni ad amianto vengono considerate rilevanti.

Quantificazione del danno da risarcire

In caso di malattia asbesto correlata di origine professionale, la quantificazione dei danni si stabilisce in maniera personalizzata. Si ha la liquidazione del differenziale del danno patrimoniale e del danno biologico, e il risarcimento danni morali ed esistenziali.

Per quanto riguarda il danno non patrimoniale, esso si stabilisce considerando il valore della lesione biologica e applicando le tabelle del Tribunale di Milano. Si determina, così, il quantum delle singole poste in relazione alle caratteristiche individuali del danneggiato, per la responsabilità contrattuale e per la responsabilità extracontrattuale.

Amianto, malattie correlate: come calcolare il valore del danno

L’indennizzo INAIL deve essere scorporato per poste omogenee dal danno biologico e da quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro. Tutti gli altri pregiudizi, invece, devono essere integralmente risarciti.

La vittima ha diritto ai danni differenziali con scomputo della rendita per poste omogenee. L’indennizzo del danno biologico è defalcato dal quantum del danno biologico, con il ristoro totale, invece, di tutti gli altri danni non patrimoniali.

In caso di rendita, lo scorporo è circoscritto al danno biologico, piuttosto che al danno patrimoniale per diminuite capacità lavorative.

Malattie asbesto correlate non tabellate

Si ha diritto al riconoscimento dell’origine professionale della malattia asbesto correlata non solo quando essa è presente nelle tabelle redatte dall’INAIL.

Il lavoratore, infatti, può dimostrare in ogni caso che la propria patologia tra le malattie da amianto sia dovuta all’esposizione ad amianto nel posto di lavoro. Riesce così ad ottenere il riconoscimento e il risarcimento INAIL. In questo caso il lavoratore deve fornire la prova dell’esposizione ad asbesto e del nesso causale.

Dopo la morte della vittima, l’onere di dimostrare il nesso causale spetterà ai familiari, che possono essere beneficiari della rendita di reversibilità.

Assistenza gratuita e tutela legale

La Colombo Servizi supporta l’Osservatorio Nazionale Amianto e il suo operato. Grazie alla loro collaborazione si riescono ad ottenere importanti risultati e a migliorare le condizioni sanitarie e la tutela legale delle vittime di malattie correlate all’amianto.

Contattaci per essere assistito gratuitamente. La nostra squadra di avvocati online ti fornirà un primo parere legale gratuito e ti assisterà nelle varie fasi della procedura.