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Colombo Servizi Srl

Assistenza Risarcimento Amianto

Sviluppo sostenibile

Sviluppo sostenibile: cos’è, perché è importante, politiche per la sostenibilità

Che cos’è lo sviluppo sostenibile? Se ne parla molto, è incluso in strategie politiche europee e dell’ONU. In questa guida scopriamo perché è importante, quali ne sono i principi

Lo sviluppo sostenibile è un approccio al progresso socio-economico che mira a soddisfare le esigenze presenti senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le proprie.

La Colombo Servizi è specializzata nell’assistenza al risarcimento dei danni provocati dall’esposizione all’amianto e collabora con l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto che difende da decenni le vittime di tutti i patogeni.

Insieme promuovono la salvaguardia ambientale, unica strada per una tutela della salute efficace. Ralizzare uno sviluppo sostenibile è imprescindibile per conservare un ambiente sano e tutelare la salute, un diritto sancito dalla nostra Costituzione.

In caso di esposizione a patogeni, tra cui l’amianto, basta compilare il modulo che trovate di seguito oppure telefonare al numero verde 800 034 294 per ricevere l’assistenza medica, psicologica e legale dell’ONA. Le vittime di esposizione a patogeni hanno infatti diritto al risarcimento integrale dei danni subiti.

Assistenza medica e tutela legale gratuita dell’ONA

Mesotelioma

Indice

 Tempo di lettura: 20 minuti

 

Definizione sviluppo sostenibile: che cos’è?

Partiamo con la definizione di sviluppo sostenibile. Cos’è lo sviluppo sostenibile? Il concetto di sostenibilità si fonda sulla necessità di lasciare alle generazioni future la stessa quantità di risorse che hanno avuto a disposizione le generazioni precedenti. Garantendogli così un adeguato tenore di vita e di possibilità.

Questo concetto è stato formalmente introdotto nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite. Compare per la prima volta nel rapporto noto come “Our Common Future” o “Il Rapporto Brundtland”. Il termine è stato coniato dalla dottoressa norvegese Gro Harlem Brundtland, all’epoca a capo della commissione.

Lo sviluppo sostenibile è compatibile i con la salvaguardia dell’ambiente e dei beni liberi, per le generazioni future.

La sostenibilità passa infatti per un basso impatto ambientale delle attività umane (uno sviluppo che sia sostenibile per il pianeta). Passa inoltre per un utilizzo adeguato delle risorse della Terra, in modo da garantirne la persistenza e il ripristino.

L’adozione di strategie di sviluppo sostenibile è diventata una priorità globale, con numerosi organismi internazionali, governi e organizzazioni della società civile che cercano di integrare questi principi nelle politiche e nelle pratiche quotidiane. Obiettivi come quelli delineati negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite sono un esempio di impegni internazionali per promuovere uno sviluppo sostenibile su scala globale.

Perché è importante uno sviluppo sostenibile?

transizione ecologica

L’emissione considerevole di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera, derivante dalle attività umane, rappresenta il principale catalizzatore del fenomeno di riscaldamento globale.

La pratica della deforestazione aggrava ulteriormente gli effetti del cambiamento climatico, poiché compromette la capacità degli alberi di assorbire la CO2. Questo fenomeno ha conseguenze immediate, come l’accentuarsi di eventi atmosferici estremi, come alluvioni e calamità naturali, e a lungo termine, con l’innalzamento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, l’incremento del livello del mare, l’alterazione dei cicli idrologici e la desertificazione.

La preservazione della biodiversità riveste un ruolo cruciale nel mitigare la fragilità degli ecosistemi, ma è messa a repentaglio dalle azioni umane.

L’utilizzo intensivo di risorse non rinnovabili, oltre a provocare inquinamento atmosferico e una massiccia emissione di CO2 nell’ambiente, contribuisce alla preoccupante diminuzione delle risorse disponibili. Tale utilizzo supera di gran lunga la velocità con cui il pianeta può generarne di nuove, specialmente considerando i tempi eccezionalmente lunghi necessari per la formazione dei combustibili fossili.

Le profonde disuguaglianze economiche tra i paesi sviluppati e in via di sviluppo, così come tra fasce di popolazione ricche e povere, insieme alle disparità nelle risorse disponibili per le generazioni passate rispetto a quelle future, richiedono un cambiamento significativo di rotta.

Solo adottando energie pulite e alternative, insieme a pratiche con un impatto ambientale ridotto, è possibile intraprendere un percorso verso uno sviluppo sostenibile. Un approfondimento su questo tema è disponibile nella puntata di ONA TV dedicata alla transizione ecologica.

I tre pilastri dello sviluppo sostenibile: quali sono?

Il modello di sviluppo sostenibile si basa su tre pilastri interconnessi:

  1. Sostenibilità economica:  garantire che le attività economiche siano gestite in modo da promuovere la prosperità e il benessere a lungo termine, evitando pratiche che esauriscano risorse non rinnovabili in modo non sostenibile.
  2. Sostenibilità ambientale: riguarda la gestione responsabile delle risorse naturali, la conservazione della biodiversità, la riduzione delle emissioni inquinanti e la promozione di pratiche che preservano l’equilibrio ecologico.
  3. Equità sociale: si concentra sulla giustizia sociale e sull’uguaglianza. Lo sviluppo sostenibile mira a garantire che i benefici dell’attività economica siano distribuiti equamente tra le diverse fasce della società e che nessun gruppo venga emarginato o svantaggiato.

Gli elementi essenziali di uno sviluppo sostenibile

I fondamenti per garantire uno sviluppo sostenibile, in accordo con i tre pilastri principali, comprendono:

  1. Riciclo dei rifiuti e riuso:
    • Nell’ecosistema terrestre, l’essere umano è unico nel generare cicli aperti, a differenza delle altre specie animali il cui rifiuto ritorna all’ambiente per essere riutilizzato.
    • Ridurre lo spreco e la produzione di rifiuti è cruciale per uno sviluppo eco-sostenibile.
    • La gestione delle materie prime, la trasformazione e la produzione di materiale di scarto devono essere attentamente pianificate prima di lanciare un prodotto sul mercato.
    • L’impegno nella raccolta differenziata e l’adozione di pratiche di acquisto consapevoli sono azioni che possiamo intraprendere anche individualmente.
  2. Fonti di energia rinnovabile:
    • Privilegiare l’uso di fonti di energia rinnovabile e sviluppare nuovi sistemi per l’approvvigionamento di energia green.
    • Le risorse fossili, non rinnovabili, richiedono tempi estremamente lunghi per la rigenerazione e il loro sfruttamento è altamente inquinante durante estrazione, lavorazione e consumo.
  3. Mobilità sostenibile:
    • La mobilità sostenibile si basa su piani di mobilità integrati e a basso impatto ambientale.
    • Favorisce il trasporto pubblico rispetto a quello privato e perciò promuove l’uso di mezzi di trasporto eco-friendly, come autobus e auto elettriche, biciclette e monopattini.
    • Incentiva un’ottimizzazione degli spostamenti, scoraggiando quelli non necessari.
  4. Economia circolare:
    • L’economia circolare adotta un modello fondato sul riciclo e sulla manutenzione, riducendo la dipendenza dalla produzione continua.
    • Si propone di progettare prodotti con un ciclo di vita lungo, minimizzando così la necessità di energia per lo smaltimento e riducendo la produzione di scarti non riutilizzabili.

L’agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo

“Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” è il documento adottato dai Capi di Stato in occasione del Summit sullo Sviluppo Sostenibile del 25-27 settembre 2015. Il documento fissa gli impegni per lo sviluppo sostenibile da realizzare entro il 2030, individuando 17 Obiettivi (SDGs – Sustainable Development Goals) e 169 target.

L’Agenda 2030 riconosce lo stretto legame tra il benessere umano, la salute dei sistemi naturali e la presenza di sfide comuni che tutti i paesi sono chiamati ad affrontare. Nel farlo, tocca perciò diversi ambiti fondamentali per assicurare il benessere dell’umanità e del pianeta.

A partire dalla lotta alla fame all’eliminazione delle disuguaglianze, dalla tutela delle risorse naturali all’affermazione di modelli di produzione e consumo sostenibili.

In aggiunta, include nel suo piano anche il concetto di sostenibilità sociale e lo sradicamento della povertà in tutte le sue forme.

Come funziona l’Agenda 2030 e quali sono i principi?

L’Agenda ha individuato nel Foro politico di Alto Livello – High Level Political Forum – il consesso globale per monitorare, valutare e orientare l’attuazione degli SDGs.

Particolarmente rilevante, per supportare tale attività e garantire la comparabilità delle valutazioni, la Commissione Statistica delle Nazioni Unite ha costituito l’Inter Agency Expert Group on SDGs (IAEG-SDGs). Questo con il compito di definire un insieme di indicatori per il monitoraggio dell’attuazione dell’Agenda 2030 a livello globale.

Inoltre ogni anno, gli Stati possono presentare lo stato di attuazione dei 17 SDGs nel proprio paese, attraverso l’elaborazione di Rapporti Nazionali Volontari – Voluntary National Reviews.

L’Italia ha sottoscritto l’agenda 2030 impegnandosi a declinare e calibrare gli obiettivi dell’Agenda 2030 nell’ambito della propria programmazione economica, sociale e ambientale.

Le politiche europee per lo sviluppo sostenibile

Le politiche europee per lo sviluppo sostenibile sono delineate attraverso una serie di iniziative e strategie promosse dall’Unione Europea (UE). Alcune delle principali politiche e iniziative includono:

  1. Green Deal Europeo (European Green Deal): lanciato nel 2019, il Green Deal Europeo è una strategia ambiziosa che mira a rendere l’UE il primo continente neutro dal punto di vista climatico entro il 2050. Si concentra su una serie di obiettivi. Tra questi la riduzione delle emissioni di gas serra, l’efficienza energetica, la promozione delle energie rinnovabili e la trasformazione del sistema di produzione e consumo.
  2. Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG): l’UE si è impegnata a implementare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Lavorando per affrontare sfide globali come la povertà, la fame, la salute, l’istruzione, la parità di genere, l’accesso all’acqua pulita, l’energia pulita, la crescita economica sostenibile e molto altro.
  3. Strategia per la Biodiversità 2030: una strategia per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2030. Come? Promuovendo la protezione e il ripristino degli ecosistemi, la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’eliminazione dell’inquinamento.
  4. Piano d’Azione sull’Economia Circolare:  mira a promuovere un’economia circolare. Come? Riducendo al minimo il consumo di risorse, promuovendo il riutilizzo, il riciclo e il ripristino dei prodotti.
  5. Farm to Fork Strategy: strategia per promuovere un sistema alimentare sostenibile, riducendo l’uso di pesticidi, migliorando la qualità dei prodotti alimentari. In altre parole sostenendo pratiche agricole rispettose dell’ambiente.
  6. Piano per una Mobilità Sostenibile: per promuovere la mobilità sostenibile, riducendo le emissioni del settore dei trasporti. Questo attraverso l’adozione di veicoli a basse emissioni, lo sviluppo di infrastrutture per la ricarica e l’investimento nei trasporti pubblici.
  7. Politica Energetica e Clima: politiche per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo attraverso la transizione verso fonti energetiche rinnovabili e l’efficienza energetica.

L’azione ONA per uno sviluppo sostenibile

L’ONA si occupa di sostenere lo sviluppo sostenibile, sia ambientale sia etico, tutelando l’ambiente.

Per questo incentiva le azioni di prevenzione primaria e di bonifica dei siti contaminati.

In aggiunta, per coloro che hanno subito danni a causa dell’esposizione ad amianto e altri agenti cancerogeni, è fornita assistenza medica e legale.

È possibile richiedere una consulenza gratuita chiamando il numero verde 800.034.294 o cliccando sul pulsante di seguito.