Tremolite amianto: prevenzione e tutela dei diritti
Tremolite amianto prevenzione e tutela dei diritti: questi minerali sono anch’essi cancerogeni. Questo tipo di amianto è infatti conosciuto come “amianto grigio-verde-giallo“, del gruppo degli anfiboli. La tremolite fa parte della classe dei silicati idrati di calcio e magnesio. L’origine del nome deriva dalla Valle Tremola nel massiccio del S. Gottardo, luogo in cui è stata estratta una grossa quantità di minerale.
La sua formula chimica è 2CaO,5MgO,8SiO2,H2O.
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Morfologia e proprietà fisiche della tremolite
L’amianto grigio-verde-giallo si trova in natura. Il minerale viene estratta da rocce metamorfiche ricche di calcio e magnesio. Molto spesso la fibra si trova associata ad altri minerali come calcite, dolomite, granato ricco di calcio e crocidolite. Le zone maggiormente ricche del minerale si trovano in Svizzera e sono le valli di Campolungo, Valle Piumogna e Cantone Ticino.
Da un punto di vista morfologico, le fibre di tremolite formano dei lunghi cristalli prismatici che possono raggiungere anche 20 cm. Le fibre si dispongono in aggregati fibrosi, granulari o colonnari costituendo l’unità minima del minerale.
La tremolite condivide una moltitudine di caratteristiche con i minerali di amianto. Ha una elevata resistenza al calore, agli agenti chimici e all’usura, possiede un’elevata flessibilità ed ha un’ottimo potere isolante. Inoltre l’economicità e la facile reperibilità in natura hanno fatto del minerale un ottimo candidato per diversi settori economici.
Tra gli altri minerali del gruppo degli anfiboli troviamo la crocidolite, l’actinolite, l’amosite e l’antofillite. Il crisotilo rappresenta l’unico minerale del gruppo dell’amianto serpentino.
L’utilizzo di Tremolite in Italia
L’utilizzo dei materiali di amianto ha origini molto lontane. Si narra che già gli antichi Romani facessero uso del minerale, convinti del fatto che avesse un potere magico.
L’amianto arriva nelle industrie nel 1800 ed i primi impegnati nella lavorazione dei minerali furono gli Stati Uniti. Da allora, l’uso dei minerali asbestosi ha subito un notevole aumento fino ad arrivare ai primi anni del 900. A Parigi, nel 1903, in seguito ad un incendio che provocò più di 80 morti, vennero fatte costruire grosse strutture di cemento amianto per sostituire il materiale infiammabile. Negli stessi anni, su questa stessa linea, seguirono Londra e Italia.
La resistenza al calore e la struttura fibrosa hanno permesso alla Tremolite di essere utilizzata in moltissimi manufatti. La fibra è stata impiegata nel settore dell’edilizia, dell’industria navale, dell’aereonautica e dei trasporti. Inoltre è stata utilizzata per realizzare indumenti e tessuti da arredamento con capacità ignifughe.
Percentuali variabili di tremolite, ma anche di altre fibre di amianto, sono state utilizzate per modellare l’impasto del cemento a seconda degli usi. Le fibre di amianto unite al cemento rendono la miscela più o meno compatta a seconda dell’esigenza. Difatti, con le varie miscele sono state realizzate coperture di capannoni, canne fumarie, cisterne d’acqua, carrozze ferroviarie, componenti di navi ed aerei.
La realizzazione di manufatti in amianto è terminata nel 1992. Lo Stato Italiano ha causato la cessazione di qualsiasi attività legata all’amianto con la legge 257/92 – Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto killer. La normativa ha vietato l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di prodotti di amianto o contenenti amianto.
Fibre di Tremolite: un potente cancerogeno
Quando il minerale di tremolite o dei minerali di amianto, più in generale, risentono dell’erosione degli agenti atmosferici o meccanici, rilasciano sottilissime fibre. Queste fibre, quando si disperdono nell’aria o nell’acqua possono essere inalate o ingerite. Anche la sola inalazione delle fibre si rileva estremamente nociva.
Infatti, le fibre di amianto, una volta raggiunti gli organi possono causare delle risposte infiammatorie che durano nel tempo e causano malattie tumorali. I tessuti maggiormente colpiti dalle fibre killer sono le membrane sierose che avvolgono gli organi.
Tremolite e patologie asbesto correlate
La tremolite, come tutti i minerali di amianto, causa malattie gravi. La correlazione tra patologia tumorale e l’esposizione all’amianto è stata messa in evidenza, per la prima volta, nel 1960 dal Dott. Richard Wagner. Negli anni successivi sono stati condotti studi più approfonditi che hanno confermato il potere cancerogeno di tutte le fibre di amianto. In particolar modo, questa evidenza è stata presicata dallo IARC, nella sua ultima monografia sull’asbesto.
Tra le patologie maggiormente riscontrate vi è il mesotelioma. Il mesotelioma è un tumore che interessa le cellule del mesotelio, ovvero cellule che rivestono le cavità sierose degli organi interni. La forma più frequente è il mesotelioma pleurico, che riguarda il 93% dei casi. Poi c’è il mesotelioma peritoneale, che costituisce solo il 5% dei casi ed il mesotelioma pericardico con il 3% dei casi. Meno frequente, invece, è il mesotelioma della tunica vaginale del testicolo.
Le infiammazioni provocate dalla fibra killer possono evolvere anche in asbestosi, placche pleuriche e altre malattie asbesto-correlate. Tra queste il cancro al polmone e il mesotelioma.
Altre neoplasie associate all’amianto sono il tumore alla laringe, allo stomaco, alla faringe, al colon, alle ovaie e all’esofago. Solo recentemente, alcuni studi dimostrano come l’esposizione ad amianto causi il tumore al fegato. Infatti, la fibra killer è responsabile dell’insorgenza del colangiocarcinoma intraepatico, una malattia particolarmente aggressiva che interessa il fegato.
Sorveglianza sanitaria e amianto
L’Italia è uno dei paesi maggiormente coinvolti nel monitoraggio e controllo delle malattie provocate dalle fibre di amianto. Il 10 Dicembre 2002, con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 308, è stato istituito un sistema di sorveglianza epidemiologica per le malattie asbesto correlate.
Con il Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM), continuano ad essere identificati quotidianamente tutti i nuovi casi di mesotelioma. In questo modo è possibile valutare l’incidenza della patologia e le fonti di esposizione ancora ignote.
Il ReNaM ha una gerarchia su base regionale. Ogni Centro di Organizzazione Regionale (COR) ha il compito di raccogliere dati sulla storia professionale e sulle abitudini di vita della vittima, ma anche dei suoi familiari. Grazie al sistema di sorveglianza epidemiologica, dal 2002 sono stati analizzati in più di 22mila casi di mesotelioma maligno. Dai dati raccolti si evince che:
- nel 69% dei casi l’esposizione alla fibre è di tipo occupazionale;
- nel 4,9% dei casi l’esposizione alla fibra è di tipo familiare;
- solo per il 4,4% l’esposizione alla fibra è di tipo ambientale.
Inoltre, dal VII Rapporto ReNaM pubblicato da INAIL, si evince che il numero dei casi di malattie asbesto correlate negli ultimi anni è in continuo aumento.
Osservatorio Nazionale Amianto: tutela ambientale e delle vittime di amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’osservatorio, da anni sono al fianco delle vittime della fibra killer e dei suoi familiari. La loro mission è di tutelare i cittadini e lavoratori dal rischio amianto e la salute dell’ambiente.
Grazie all’APP AMIANTO, l’applicazione attraverso la quale i cittadini possono segnalare i siti contaminati in attesa di bonifica, l’ONA ha realizzato la mappatura nazionale sull’amianto. Durante l’ultima giornata mondiale delle vittime amianto, l’associazione ha denunciato la presenza di fibre killer in 2.292 scuole, 1.000 biblioteche ed edifici culturali e 250 ospedali. Questi numeri sono ancora più alti se pensiamo che su tutto il territorio sono presenti moltissimi siti non ancora denunciati.
Tutto questo rappresenta una vera e propria condizione di rischio dovuta soprattutto al ritardo delle bonifiche. Il continuo aumento dei mesoteliomi, solo nel 2020 ha sfiorato i 2000 casi.
Per tali motivi, l’avv. Ezio Bonanni, nella pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Edizione 2022” ha insistito sulla necessità di bonificare i siti al più presto. Non solo con il confinamento e l’incapsulamento, ma anche e soprattutto con lo smaltimento. Questa forma di prevenzione primaria permette di evitare qualsiasi esposizioni alle fibre di tremolite ottenendo sia la tutela della salute dell’uomo che dell’ambiente.
Tutela legale e vittime del dovere
In Italia, sono circa 4.200.000 su 21.8 milioni di lavoratori esposti a cancerogeni come l’amianto. Il team di legali e medici specialisti, coordinati dall’Avv. Bonanni, possono aiutare i lavoratori esposti ad amianto e ad altri cancerogeni ad ottenere le dovute prestazioni, già con una prima consulenza gratuita.
Lo studio legale si contraddistingue per l’esperienza, serietà e professionalità di tutti componenti del team, selezionati dall’Avvocato Ezio Bonanni, pioniere, in Italia, della tutela delle vittime del dovere.
I diritti delle vittime di tremolite
Il mesotelioma pleurico è una malattia professionale asbesto correlata dove l’unico fattore eziologico è l’asbesto. L’INAIL – Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, riconosce la patologie come tumore professionale appartenente alla lista I. Come per tutte le malattie tabellate presenti nella lista I, esiste una presunzione legale di origine che permette alla vittima o ai suoi familiari ad avere diritto ad una serie di prestazioni di carattere assistenziale ed economico, nonché a tutte le altre prestazioni previste dalla legge. Per tutte le altre malattie contratte sul luogo di lavoro, è possibile dimostrare la correlazione tra la malattia e l’ambiente di lavoro per il riconoscimento del diritto alle prestazioni INAIL.
Riconoscimento INAIL per le malattie asbesto correlate
Il riconoscimento dell’origine professionale della patologia permette al lavoratore, o ai suoi familiari, di percepire un indennizzo che generalmente consiste in una prestazione economica. L’INAIL riconosce il diritto alla rendita mensile il cui valore è proporzionale all’entità del danno biologico e alla riduzione delle capacità lavorative.
Se la malattia provoca un danno biologico superiore al 16%, il lavoratore o i suoi familiari avranno diritto ad una rendita mensile. Se la malattia causa un danno biologico compreso tra il 6% ed il 15%, il lavoratore o i suoi familiari avranno diritto ad un indennizzo erogato in un unica soluzione. Per gradi invalidanti inferiori al 6%, l’Istituto non prevede nessuna erogazione economica.
Per la quantificazione del danno biologico si utilizzano le Tabelle del Tribunale di Milano. Queste si basano sulla percentuale del grado invalidante riconosciuto e sull’età della vittima. L’entità degli importi dovuti dovrà essere calcolata su base equitativa con personalizzazione secondo gli artt. 1226 e 2056 c.c..
La rendita INAIL spetta:
- al coniuge;
- a figli legittimi, naturali, riconosciuti o riconoscibili, adottivi fino a 18 anni e ai figli a carico fino al 21esimo anno di età che frequentano la scuola media superiore e che non hanno un lavoro retribuito;
- ai figli a carico fino al 26esimo anno di età, che frequentano l’università e che non hanno un lavoro retribuito;
- ai figli a carico con oltre 26 anni di età se totalmente inabili.
In assenza di coniuge e figli, la rendita INAIL spetta ai genitori e/o ai fratelli e sorelle della vittima se a carico e conviventi.
Fondo Vittime Amianto per le patologie asbesto correlate
Il Fondo Vittime Amianto è un fondo gestito dall’INAIL. Ha la funzione di erogare un indennizzo economico ulteriore ai titolari delle rendite per malattie professionali o agli eredi delle vittime di amianto in caso di decesso della vittima. L’indennizzo consiste in una maggiorazione del 15% della rendita percepita. Per avere accesso alle prestazioni del fondo, le vittime o i familiari non devono presentare nessuna istanza.
Prepensionamento e pensione di inabilità per amianto
I lavoratori affetti da mesotelioma pleurico di origine professionale hanno diritto ai benefici contributivi (ex art. 13 comma 7 L. 257/1992). Questi consistono nel diritto a rivalutare la posizione contributiva per ottenere il prepensionamento e la pensione di inabilità.
L’accredito delle maggiorazioni contributive per esposizione all’amianto consistono nella moltiplicazione del periodo di esposizione al cancerogeno con il coefficiente 1,5. Il diritto al prepensionamento vale anche per chi è già in pensione, che potrà così rivalutare il trattamento pensionistico in godimento. Qualora il lavoratore non riesca ad acquisire il diritto al prepensionamento, nonostante l’accredito dei benefici contributivi con il coefficiente 1,5 può richiedere all’INPS la pensione di inabilità per amianto. In questo caso, a prescindere dai requisiti di anzianità contributiva ed anagrafica, il lavoratore avrà diritto all’immediato pensionamento.
Riconoscimento dello status Vittima del Dovere
Tutti coloro che hanno prestato servizio Forze Armate e nel Comparto Sicurezza, come personale civile o militare, e che per motivi di servizio hanno contratto il mesotelioma della pleura, hanno diritto alle prestazioni di vittima del dovere, con il riconoscimento della causa del servizio (art.20 L.183/2010). Uno dei settori in cui si riscontrano diversi casi di patologie asbesto correlate, tra cui il tumore dei polmoni, è la Marina Militare. Questo perché c’è stato un uso diffuso di amianto, sia nelle basi a terra, sia nelle unità navali.
Lo status di Vittima del Dovere fa sì che il lavoratore affetto dalla malattia abbia determinati benefici aggiuntivi. Queste prestazioni, in caso di decesso, spettano al coniuge e agli orfani.
Risarcimento danni e nesso causale
Con il riconoscimento della causa di servizio e la prova che la malattia si è sviluppata in seguito alla mancanza di utilizzo dei dispositivi di protezione individuali, sarà possibile ottenere l’indennizzo riservato alle vittime del dovere o ai suoi familiari. Infatti, il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08) stabilisce che il datore di lavoro deve fornire dei “Dispositivi di Prevenzione Individuale” – DPI a tutti i suoi dipendenti. Questi ultimi devono essere scelti in base ai rischio a cui vengono esposti i lavoratori. Solo in questo modo si mira a proteggere la salute del lavoratore e la sua sicurezza.
Se il datore di lavoro non rispetta le cautele imposte dalla legge, i familiari della vittima avranno il diritto al risarcimento del danno differenziale. Questo danno ristora nel danno biologico, morale-esistenziale per le lesioni, l’inabilità causata dalla malattia e nel danno patrimoniale per le perdite economiche dovute alle spese da sostenere per la malattia stessa. L’ammontare della somma dovuta dal datore di lavoro a titolo differenziale si ottiene sottraendo le prestazioni liquidate al lavoratore dall’INAIL dalla somma di tutte le voci di danno spettanti al danneggiato e conseguenti alla malattia professionale.
Tutela Legale e assistenza per le vittime e familiari
La Colombo Servizi S.r.l, grazie alla convenzione con l’ONA, fornisce anch’essa consulenza medica e legale gratuita alle vittime del dovere o ai suoi familiari. Il suo Team, composto da una squadra di avvocati e di medici legali, è specializzato in risarcimento delle vittime o dei suoi familiari.
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