Actinolite amianto: prevenzione e tutela dei diritti
L’actinolite amianto prevenzione e tutela dei diritti, con la prevenzione primaria, secondaria e terziaria. Questo l’impegno dell’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto.
L’associazione vittime amianto, con l’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni, ha raggiunto significativi risultati per la bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati. L’actinolite conosciuta come “amianto bruno“, è uno dei minerali di amianto appartenenti al gruppo degli anfiboli. Fa parte della classe dei silicati idrati di calcio, ferro e magnesio. L’origine del suo nome deriva dal greco “aktinos” e richiama la sua tipica forma di “pietra raggiata“. Questo tipo di minerale, detto anche “amianto verde-nero” per le sue sfumature caratteristiche, ha formula chimica 2CaO,4MgO,FeO,8SiO2,H2O.
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Morfologia e proprietà fisiche dell’actinolite
L’amianto verde-nero si trova in natura. In particolar modo, lo si ritrova nelle rocce delle valli alpine di Oisans in Francia, di Zillertal in Austria, Zermatt in Svizzera ed in Norvegia. L’actinolite si può trovare anche nella sua varietà di gemma, che però non rientra tra i minerali di amianto e non è pericolosa per la salute umana. In molti paesi viene utilizzata come pietra ornamentale ed è conosciuta con il nome di Giada. Questa si trova in Madagascar, in Tanzania e in Canada.
Da un punto di vista morfologico, i cristalli di actinolite possono raggiungere una lunghezza fino a 15 cm. Le fibre, nel minerale, si dispongono in forma aggregata, con fasci di fibre disposte in modo radiale o in forma granulare e massiva. I colori possono andare dal verde chiaro al verde scuro, passando per il nero e, talvolta, per il grigio. Questi colori tipici dell’anfibolo conferiscono al minerale una lucentezza vitrea.
L’Actinolite condivide un gran numero di caratteristiche tipiche dei minerali di amianto. Tra queste ci sono la resistenza ad agenti chimici e all’usura, l’economicità e la facile reperibilità in natura. Inoltre, tra le caratteristiche maggiormente sfruttate vi sono la resistenza alle alte temperature, l’elevata flessibilità ed il potere isolante.
Gli altri minerali del gruppo degli anfiboli sono la crocidolite, la tremolite, l’amosite e l’antofillite. Il crisotilo è l’unico minerale appartenente al gruppo dell’amianto serpentino.
L’utilizzo di Actinolite in Italia
Il minerale di amianto è stato utilizzato in moltissime applicazioni, già a partire dai primi anni del 900. I settori economici maggiormente interessati dall’amianto sono stati quelli dall’edilizia, dell’industria navale, dell’aereonautica e dei trasporti, dell’industria tessile e chimica. Infatti, in commercio sono entrati moltissimi manufatti realizzati con la fibra killer.
Percentuali variabili di actinolite, ma anche di altre fibre di amianto, sono state utilizzate per modellare l’impasto del cemento. Infatti, le fibre di amianto unite al cemento rendono la miscela più o meno compatta a seconda dell’uso di destinazione. Con le varie miscele sono state realizzate coperture di capannoni, canne fumarie, cisterne d’acqua, carrozze ferroviarie, componenti di navi ed aerei. Ma anche tendaggi , tessuti ignifughi e molto altro ancora.
La realizzazione di manufatti in amianto è terminata nel 1992. Con scoperta della cancerogenicità di tutte le fibre di amianto, lo Stato Italiano ha causato la cessazione di qualsiasi attività legata all’amianto con la legge 257/92 – Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto killer. La normativa ha vietato l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di prodotti di amianto o contenenti amianto.
Fibre di Actinolite: un potente cancerogeno
L’actinolite, come tutti gli altri minerali asbestosi, è un potente cancerogeno. Anche la sola inalazione è estremamente nociva. Quando l’amianto si trova in forma compatta, la sua cancerogenicità è inferiore, ma non nulla. Questo perché l’amianto in forma compatta può subire danni a causa dell’usura o dell’erosione degli agenti atmosferici. Inoltre, anche a seguito di continue sollecitazioni meccaniche, traumi o riparazioni, l’amianto può passare nello stato friabile.
L’amianto friabile è estremamente cancerogeno. In questo stato, le fibre di amianto possono disperdersi nell’ambiente ed essere inalate o ingerite. Una volta raggiunti gli organi, le fibre possono dare avvio a fenomeni infiammatori gravi. Gli organi ed i tessuti più colpiti sono le strutture anatomiche dei polmoni, quali membrane, bronchi e alveoli. Solitamente, le infiammazioni possono evolvere in asbestosi, placche pleuriche e altre malattie asbesto-correlate. Tra queste il cancro al polmone e il mesotelioma.
Actinolite e patologie asbesto correlate
Le fibre di actinolite, se inalate o ingerite, causano malattie gravi. Infatti, tra le varie patologie tumorali vi è il mesotelioma, una patologia asbesto correlata e monofattoriale. Molto spesso, questa patologia viene anche riconosciuta come malattia-sentinella per pregressa esposizione ad amianto.
Di fondamentale importanza è stato il contributo di Chris Wagner in una pubblicazione del 1960, dove ha messo in evidenza come il mesotelioma sia una conseguenza dell’esposizione ad amianto. L’articolo di Wagner ha assunto una rilevanza importante in campi come l’epidemiologia, la patologia e l’oncologia. Infatti, negli anni successivi furono condotti studi più approfonditi sull’asbesto e sulla sua cancerogenicità (IARC: ultima monografia sull’asbesto).
Il mesotelioma è un tumore che interessa le cellule che rivestono le cavità sierose degli organi interni. In base alle cellule che subiscono la trasformazione neoplastica, possono distinguersi diversi tipi di mesotelioma. Il mesotelioma pleurico è la forma maggiormente riscontrata in coloro vengono esposti alle fibre di amianto, infatti questa patologia interessa il 93% dei casi. Il mesotelioma peritoneale rappresenta solamente il 5% dei casi. Le forme meno comuni di mesotelioma sono il mesotelioma pericardico con il 3% dei casi ed il mesotelioma della tunica vaginale del testicolo.
Altre neoplasie causate dall’esposizione all’amianto o ad altri cancerogeni, e quindi multifattoriali, sono il tumore al polmone, alla laringe, allo stomaco, alla faringe, al colon, alle ovaie e all’esofago. Solo recentemente, alcuni studi dimostrano come l’esposizione ad amianto causi il tumore al fegato. Infatti, la fibra killer è responsabile dell’insorgenza del colangiocarcinoma intraepatico, una malattia particolarmente aggressiva che interessa le vie biliari del fegato.
Actinolite di amianto, tutela della salute con la prevenzione
In Italia è stato istituito un sistema di sorveglianza epidemiologica per le malattie asbesto correlate. Si tratta del Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM) istituito il 10 Dicembre 2002, con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Questo registro ha una gerarchia su base regionale e raccogliere dati su tutti i nuovi casi di mesotelioma, per valutare sia l’incidenza della patologia che le fonti di esposizione ancora ignote.
Grazie ai dati raccolti dal Registro Nazionale dei Mesoteliomi è stato possibile valutare la tipologia delle esposizioni alla fibra killer. Per la maggior parte dei casi l’esposizione alla fibre killer è di tipo occupazionale. Con frequenza minore sono le esposizioni all’amianto all’interno del nucleo familiare e l’esposizione all’amianto di tipo ambientale.
Un altro dato restituito dal VII Rapporto ReNaM è l’incidenza dei casi di malattie asbesto correlate. Sembrerebbe che i casi di patologie correlate all’asbesto tenderanno ad aumentare nei prossimi anni.
Osservatorio Nazionale Amianto: tutela ambientale e delle vittime di amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’osservatorio, da anni sono al fianco delle vittime della fibra killer e dei suoi familiari. La loro mission è di tutelare i cittadini e lavoratori dal rischio amianto e la salute dell’ambiente.
Grazie all’APP AMIANTO, l’applicazione attraverso la quale i cittadini possono segnalare i siti contaminati in attesa di bonifica, l’ONA ha realizzato la mappatura nazionale sull’amianto. Durante l’ultima giornata mondiale delle vittime amianto, l’associazione ha denunciato la presenza di fibre killer in 2.292 scuole, 1.000 biblioteche ed edifici culturali e 250 ospedali. Questi numeri sono ancora più alti se pensiamo che su tutto il territorio sono presenti moltissimi siti non ancora denunciati.
Tutto questo rappresenta una vera e propria condizione di rischio dovuta soprattutto al ritardo delle bonifiche. Il continuo aumento dei mesoteliomi, solo nel 2020 ha sfiorato i 2000 casi.
Per tali motivi, l’avv. Ezio Bonanni, nella pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Edizione 2022” ha insistito sulla necessità di bonificare i siti al più presto. Non solo con il confinamento e l’incapsulamento, ma anche e soprattutto con lo smaltimento. Questa forma di prevenzione primaria permette di evitare qualsiasi esposizioni alle fibre di actinolite ottenendo sia la tutela della salute dell’uomo che dell’ambiente.
Tutela legale per vittime d’amianto e del dovere
In Italia, sono circa 4.200.000 su 21.8 milioni di lavoratori esposti a cancerogeni come l’amianto. Il team di legali e medici specialisti, coordinati dall’Avv. Bonanni, possono aiutare i lavoratori esposti ad amianto e ad altri cancerogeni ad ottenere le dovute prestazioni, già con una prima consulenza gratuita.
Lo studio legale si contraddistingue per l’esperienza, serietà e professionalità di tutti componenti del team, selezionati dall’Avvocato Ezio Bonanni, pioniere, in Italia, della tutela delle vittime del dovere.
I diritti delle vittime di actinolite
Il mesotelioma pleurico è una malattia professionale asbesto correlata dove l’unico fattore eziologico è l’asbesto. L’INAIL – Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, riconosce la patologie come tumore professionale appartenente alla lista I. Come per tutte le malattie tabellate presenti nella lista I, esiste una presunzione legale di origine che permette alla vittima o ai suoi familiari ad avere diritto ad una serie di prestazioni di carattere assistenziale ed economico, nonché a tutte le altre prestazioni previste dalla legge. Per tutte le altre malattie contratte sul luogo di lavoro, è possibile dimostrare la correlazione tra la malattia e l’ambiente di lavoro per il riconoscimento del diritto alle prestazioni INAIL.
Riconoscimento INAIL per le malattie asbesto correlate
Il riconoscimento dell’origine professionale della patologia permette al lavoratore, o ai suoi familiari, di percepire un indennizzo che generalmente consiste in una prestazione economica. L’INAIL riconosce il diritto alla rendita mensile il cui valore è proporzionale all’entità del danno biologico e alla riduzione delle capacità lavorative.
Se la malattia provoca un danno biologico superiore al 16%, il lavoratore o i suoi familiari avranno diritto ad una rendita mensile. Se la malattia causa un danno biologico compreso tra il 6% ed il 15%, il lavoratore o i suoi familiari avranno diritto ad un indennizzo erogato in un unica soluzione. Per gradi invalidanti inferiori al 6%, l’Istituto non prevede nessuna erogazione economica.
Per la quantificazione del danno biologico si utilizzano le Tabelle del Tribunale di Milano. Queste si basano sulla percentuale del grado invalidante riconosciuto e sull’età della vittima. L’entità degli importi dovuti dovrà essere calcolata su base equitativa con personalizzazione secondo gli artt. 1226 e 2056 c.c..
La rendita INAIL spetta:
- al coniuge;
- a figli legittimi, naturali, riconosciuti o riconoscibili, adottivi fino a 18 anni e ai figli a carico fino al 21esimo anno di età che frequentano la scuola media superiore e che non hanno un lavoro retribuito;
- ai figli a carico fino al 26esimo anno di età, che frequentano l’università e che non hanno un lavoro retribuito;
- ai figli a carico con oltre 26 anni di età se totalmente inabili.
In assenza di coniuge e figli, la rendita INAIL spetta ai genitori e/o ai fratelli e sorelle della vittima se a carico e conviventi.
Fondo Vittime Amianto per le patologie asbesto correlate
Il Fondo Vittime Amianto è un fondo gestito dall’INAIL. Ha la funzione di erogare un indennizzo economico ulteriore ai titolari delle rendite per malattie professionali o agli eredi delle vittime di amianto in caso di decesso della vittima. L’indennizzo consiste in una maggiorazione del 15% della rendita percepita. Per avere accesso alle prestazioni del fondo, le vittime o i familiari non devono presentare nessuna istanza.
Prepensionamento e pensione di inabilità per amianto
I lavoratori affetti da mesotelioma pleurico di origine professionale hanno diritto ai benefici contributivi (ex art. 13 comma 7 L. 257/1992). Questi consistono nel diritto a rivalutare la posizione contributiva per ottenere il prepensionamento e la pensione di inabilità.
L’accredito delle maggiorazioni contributive per esposizione all’amianto consistono nella moltiplicazione del periodo di esposizione al cancerogeno con il coefficiente 1,5. Il diritto al prepensionamento vale anche per chi è già in pensione, che potrà così rivalutare il trattamento pensionistico in godimento. Qualora il lavoratore non riesca ad acquisire il diritto al prepensionamento, nonostante l’accredito dei benefici contributivi con il coefficiente 1,5 può richiedere all’INPS la pensione di inabilità per amianto. In questo caso, a prescindere dai requisiti di anzianità contributiva ed anagrafica, il lavoratore avrà diritto all’immediato pensionamento.
Riconoscimento di Vittima del Dovere
Tutti coloro che hanno prestato servizio Forze Armate e nel Comparto Sicurezza, come personale civile o militare, e che per motivi di servizio hanno contratto il mesotelioma della pleura, hanno diritto alle prestazioni di vittima del dovere, con il riconoscimento della causa del servizio (art.20 L.183/2010). Uno dei settori in cui si riscontrano diversi casi di patologie asbesto correlate, tra cui il tumore dei polmoni, è la Marina Militare. Questo perché c’è stato un uso diffuso di amianto, sia nelle basi a terra, sia nelle unità navali.
Lo status di Vittima del Dovere fa sì che il lavoratore affetto dalla malattia abbia determinati benefici aggiuntivi. Queste prestazioni, in caso di decesso, spettano al coniuge e agli orfani.
Risarcimento danni e nesso causale
Con il riconoscimento della causa di servizio e la prova che la malattia si è sviluppata in seguito alla mancanza di utilizzo dei dispositivi di protezione individuali, sarà possibile ottenere l’indennizzo riservato alle vittime del dovere o ai suoi familiari. Infatti, il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08) stabilisce che il datore di lavoro deve fornire dei “Dispositivi di Prevenzione Individuale” – DPI a tutti i suoi dipendenti. Questi ultimi devono essere scelti in base ai rischio a cui vengono esposti i lavoratori. Solo in questo modo si mira a proteggere la salute del lavoratore e la sua sicurezza.
Se il datore di lavoro non rispetta le cautele imposte dalla legge, i familiari della vittima avranno il diritto al risarcimento del danno differenziale. Questo danno ristora nel danno biologico, morale-esistenziale per le lesioni, l’inabilità causata dalla malattia e nel danno patrimoniale per le perdite economiche dovute alle spese da sostenere per la malattia stessa. L’ammontare della somma dovuta dal datore di lavoro a titolo differenziale si ottiene sottraendo le prestazioni liquidate al lavoratore dall’INAIL dalla somma di tutte le voci di danno spettanti al danneggiato e conseguenti alla malattia professionale.
Tutela legale e assistenza per i familiari e le vittime
La Colombo Servizi S.r.l, grazie alla convenzione con l’ONA, fornisce anch’essa consulenza medica e legale gratuita alle vittime del dovere o ai suoi familiari. Il suo Team, composto da una squadra di avvocati e di medici legali, è specializzato in risarcimento delle vittime o dei suoi familiari.
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