Tumore al colon: cura e tutela legale
Il tumore al colon-retto è una neoplasia molto frequente caratterizzata dalla presenza di cellule tumorali nel retto. Il carcinoma del colon è considerata la terza forma più comune di cancro, il 10% di tutti i tumori, e causa circa 610.000 morti all’anno nel mondo. In particolare, nel 2012, sono stati registrati ben 1,4 milioni di nuovi casi e 694.000 decessi, di cui il 65% nei paesi sviluppati.
Questi dati sono giustificati anche dal fatto che tra le principali cause del tumore al colon c’è l’esposizione ad amianto e alle radiazioni ionizzanti, come conferma anche lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro).
La Colombo Servizi S.r.l fornisce l’assistenza risarcimento amianto e permette di chiedere la consulenza medica e tutela legale gratuita. Si tratta di un servizio che la società può fornire grazie alla collaborazione con l’ONA Aps. Infatti, questa associazione, anche grazie all’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni fornisce il servizio di assistenza legale per tutti i cittadini.
In cosa consiste il tumore del colon-retto?
Il cancro al colon-retto e quello che colpisce l’organo del retto, facente parte dell’apparato digerente o gastrointestinale. La funzione di questo determinato apparato è quello fondamentale di assorbire le sostanze nutritive del cibo.
Questo tipo di patologia si presenta generalmente dopo i 40 anni e le possibilità di esserne affetti aumenta con l’età. Per entrambi i sessi è maggiormente diffuso verso gli 80 anni.
Inoltre nel 64,5% dei casi la sopravvivenza media è di 5 anni, tuttavia, negli ultimi anni, il tasso di mortalità si è abbassato progressivamente.
Tumore al colon: malattia asbesto correlata
Una delle cause principali che favorisco l’insorgere del cancro al colon è l’esposizione ad amianto e ad altri cancerogeni. Infatti anche la monografia IARC “Asbestos – chrysotile, amosite, crocidolite, tremolite, actinolite and anthophyllite” riconduce il cancro al colon proprio all’esposizione ad asbesto:
Also positive associations have been observed between exposure to all forms of asbestos and cancer of the pharynx, stomach, and colorectum. For cancer of the colorectum, the Working Group was evenly divided as to whether the evidence was strong enough to warrant classification as sufficient.
[Associazioni positive sono state osservate anche tra esposizione a tutte le forme di amianto e tumore della faringe, stomaco, colon-retto e. Per il cancro del colon-retto, il Gruppo di lavoro è stato equamente diviso sul fatto che la prova era abbastanza forte da giustificare la classificazione come sufficiente.]
Anche il New York Times, nell’articolo del 21 gennaio 1973 intitolato “Amianto, il salvatore di vite ha anche un lato mortale” (Asbestos, the saver of lives, has a deadly side), ne dà conferma, presentando le ricerche del Prof. Irvin Selikoff. Lo studioso ha infatti scritto che, sin dagli anni ’60, risulta dimostrato che l’amianto fosse l’agente eziologico del cancro al colon e allo stomaco.
“instead of the normal nine or 10 deaths from cancer of the stomach, colon or rectum, there were 29—“not so unexpected,” as Selikoff points out, for “anybody who inhales dust also ingests it”
In Italia c’è stato e c’è ancora un ritardo nello smaltimento e bonifica Eternit, il quale fa sì che la situazione non sia migliorata e che è ancora alto il rischio di esposizione ad amianto, soprattutto in ambito lavorativo. I settori maggiormente a rischio amianto sono indicati in “Il libro bianco delle morti d’amianto in Italia-ed.2022” dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA.
Riconoscimento cancro al colon causato da amianto: sentenze
L’amianto è stato riconosciuto come noxa patogena del tumore al colon in diverse sentenze. Tra queste vi sono quelle del Tribunale di Velletri, Sezione Lavoro, sentenza n. 603/2015 e n. 1501/2015. A queste si aggiunge quella del Tribunale di Grosseto, Sezione Lavoro, sentenza n. 123/2020. In tutte le occasioni si è arrivati ad una condanna dell’INAIL.
Inoltre la giurisprudenza di legittimità ha rigettato in diverse circostanze i ricorsi dell’INAIL, con i quali erano state impugnate le sentenze delle Corti territoriali che avevano riconosciuto il diritto alle prestazioni previdenziali per effetto dell’insorgenza di tale patologia.
Vanno ricordate in merito Cass. civ., Sez. lavoro, Ord. n. 7313, del 14 marzo 2019 e Cass. civ., Sez. lavoro, Ord. n. 3975 del 19 febbraio 2018. A queste si aggiungono Cass. civ., Sez. lavoro, Sent. n. 10430, del 27 aprile 2017 e Corte dei Conti Lazio, Sez. giurisdiz., Sent. n. 270 del 19 maggio 2015.
Altre cause del cancro al colon-retto
Oltre all’esposizione a cancerogeni, come l’amianto, esistono altre possibili cause tumore al colon. Avere almeno due parenti di primo grado affetti dal tumore al retto aumenta sicuramente il rischio di contrarlo. Inoltre è rilevante anche il fattore ereditario associato allo sviluppo di tumori benigni o maligni del tratto gastrointestinale.
Anche soffrire di malattie infiammatorie intestinali, come coliti ulcerose o morbo di Crohn, può essere una causa. Infine la presenza di polipi adenomatosi lungo il tratto del colon-retto, una dieta poco sana, l’età avanzata, l’obesità, l’eccessivo uso di alcol, tabagismo e sedentarietà posso essere tutti incentivi all’insorgere del cancro al colon-retto.
Tumore al colon: sintomi, diagnosi e cura
I sintomi che possono far presagire la presenza del cancro al colon sono di varia natura. Tra i più frequenti abbiamo tracce di sangue nelle feci, dolori addominali, diarrea o, al contrario, stitichezza, la sensazione di gonfiore, una perdita immotivata di peso, stanchezza e nausea o vomito.
Se si è in presenza di alcuni di questi sintomi bisogna andare dal medico, che dovrà diagnosticare la patologia.
Uno degli esami più comuni a cui sottoporre il paziente per diagnosticare il tumore al retto è palpare l’addome per riscontrare al tatto la presenza di eventuali masse. A questo si aggiunge eventualmente un’esplorazione rettale manuale.
Per stabilire la certezza della diagnosi di tumore al colon viene anche utilizzata la colonscopia, a cui segue una biopsia, la TAC toracica e addominale, e l’ecografia transrettale.
Dato che l’amianto è una delle principali cause di questa malattia, i lavoratori esposti alla fibra killer dovrebbero essere sottoposti alla sorveglianza sanitaria (prevenzione secondaria), con continui controlli, soprattutto tra i 50 e i 75 anni.
In caso i risultati degli esami confermassero la presenza del cancro colon-retto, in assenza di metastasi è possibile agire chirurgicamente. All’intervento si possono aggiungere come terapie la radioterapia e la chemioterapia, a seconda della diffusione della malattia.
Assistenza legale tumore al colon malattia professionale
Le polveri e fibre d’amianto sono altamente cancerogene e sono la causa di varie patologie, tra cui il tumore al colon-retto.
Il cancro al colon nei lavoratori esposti ad asbesto va riconosciuto come malattia professionale e indennizzato con una rendita INAIL. È quindi essenziale la tutela legale.
La Colombo Servizi S.r.l. è convenzionata con l’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni, specializzato nella difesa delle vittime dell’amianto in Italia. Per questi motivi la società, attraverso questo servizio di consulenza gratuita online, permette di avere un parere legale per iscritto, grazie al quale è possibile orientarsi e scegliere se attivare la tutela legale.
Cancro al colon: i diritti delle vittime
Le vittime di tumore al colon di origine professionale hanno una serie di diritti.
In Italia le malattie e i tumori da amianto sono riconosciuti ed indennizzati dall’INAIL. Ciascuna malattia professionale da amianto viene inserita in una delle 3 liste dell’INAIL. Il tumore al colon-retto è incluso nella lista I, per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti, e nella lista II per l’amianto.
Per questo motivo, in caso di dimostrazione dell’esposizione a radiazioni ionizzanti sussiste il diritto all’indennizzo INAIL, grazie alla presunzione legale di origine. Questa, invece, non è presente in caso di esposizione ad amianto, dove l’onere della prova del nesso causale è a carico del lavoratore.
Indennizzo INAIL per tumore al colon
Il medico legale ha il compito di rilevare eventuali esposizioni ad entrambi o ad uno solo degli agenti cancerogeni. Ottenuta la certificazione si avvierà la domanda amministrativa presso l’INAIL. Sarà quindi l’INAIL a doversi pronunciare. In caso vi sia il rigetto, è possibile, invece proporre il ricorso amministrativo, come stabilisce l’ex art.104 del d.p.r. 1124/1965, e anche il ricorso giudiziario.
Nel caso del rischi amianto, però, ricadendo l’onere della prova del nesso causale sul lavoratore, occorre che lui dimostri le mansioni e i livelli di esposizione ad amianto.
Con il riconoscimento dell’origine professionale sussiste il diritto alla rendita mensile, stabilita in proporzione all’entità del danno biologico, che non deve essere inferiore al 16%. In percentuale inferiore, invece, sussiste il diritto all’indennizzo del danno biologico con una tantum. In caso di decesso della vittima al tumore al colon, sono gli eredi a poter richiedere la rendita di reversibilità.
Recentemente il Tribunale di Lucca, nella sentenza del 22 febbraio 2023, ha confermato la correlazione tra tumore del colon e l’esposizione ad amianto. Ha così condannato l’INAIL al pagamento dell’indennizzo per danno biologico da malattia professionale.
Infine, in caso di tumore al colon-retto di origine professionale, si ha anche diritto alle prestazioni aggiuntive del Fondo vittime amianto.
Cancro al colon-retto: Fondo Vittime Amianto
Dopo il riconoscimento da parte dell’INAIL dell’origine professionale del cancro al colon-retto, sussiste il diritto alle prestazioni aggiuntive del Fondo vittime amianto. Ciò è ribadito dall’art.1 co. 241/246 L.244/2017 per ogni altra patologia asbesto correlata.
Questa prestazione è erogata direttamente dall’INAIL e viene sommata alla rendita mensile o alla rendita in reversibilità in favore degli eredi.
Prepensionamento INPS per tumore al colon
Se si ha ottenuto da parte dell’INAIL il riconoscimento della malattia per origine professionale, le vittime di tumore al colon hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto.
Le maggiorazioni contributive pari al 50% del periodo di esposizione professionale (art. 13, co. 7, L. 257/1992) permettono alla vittima il prepensionamento mentre, per coloro che sono già in pensione, queste maggiorazioni sono utili per riliquidare la pensione e maggiorarne i ratei. La rivalutazione dei contributi avverrà sempre con utilizzo del coefficiente 1,5.
Pensione d’invalidità per cancro al retto
Se il lavoratore non riesce a maturare il diritto alla pensione, nonostante l’accredito ricevuto, sussiste il diritto per la vittima alla pensione d’invalidità amianto, dettata dall’art.1, comma 250, L.232/2016. La pensione d’inabilità è, allo stesso modo, subordinata alla condizione che la patologia asbesto correlata sia di origine professionale, nel caso in questione il tumore al colon.
Vittime del dovere del tumore del colon
Sono stati riscontrati molti casi di malattie asbesto correlate, tra cui il cancro al colon-retto, di origine professionale in coloro che hanno prestato servizio nelle Forze Armate e nel Comparto Sicurezza, ad esempio Esercito, Aeronautica, Carabinieri e Marina Militare.
Soprattutto la Marina Militare risulta uno dei settori maggiormente colpito da questo tipo di patologie, dato che è stata riscontrata un’elevata presenza di amianto nelle unità navali, oltre che nelle basi a terra.
Chi ha quindi subito lesioni durante l’esercizio della propria funzione, può far valere il proprio diritto alle prestazioni di vittima del dovere, con il riconoscimento della causa del servizio (art.20 L.183/2010).
Risarcimento danni per chi ha il cancro al colon
Qualora vi sia il riconoscimento dell’INAIL dell’origine professionale del tumore al colon, la vittima ha l’opportunità di richiedere anche il risarcimento del danno.
Oltre al danno patrimoniale per diminuite capacità di lavoro e al danno biologico, sussistono anche altri danni, che debbono essere integralmente risarciti.
L’INAIL indennizza solo il danno biologico e quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro. L’integrale ristoro dei danni, compresi danni morali ed esistenziali, si ottiene facendo valere la responsabilità contrattuale ed extracontrattuale.
La motivazione di questa procedura è data dal fatto che, già dalla metà degli anni ’50, si è dimostrato che tutte le esposizioni ad amianto hanno una rilevanza se si è affetti da una neoplasia ad esposizione ad asbesto, con dose dipendenza. Perciò, in caso di riconoscimento INAIL, tali atti possono essere fatti valere per chiedere il risarcimento del danno.
Quantificazione del risarcimento danni e nesso causale
Per ottenere il risarcimento danni, occorre dimostrare il nesso causale. Tale verifica è fondamentale per contrastare la tesi dei datori di lavoro della natura extraprofessionale di questo tipo di tumore. In realtà tutte le esposizioni ad amianto vengono considerate rilevanti. La responsabilità del datore di lavoro è contrattuale, e poi extracontrattuale.
La quantificazione dei danni, subiti dal lavoratore vittima di malattia di origine professionale, come il tumore al colon, è personalizzata. Si ha la liquidazione del differenziale del danno patrimoniale e del danno biologico, e il risarcimento danni morali ed esistenziali.
Per quanto riguarda, invece, il danno non patrimoniale, si deve tener conto del valore della lesione biologica, partendo dalle tabelle del Tribunale di Milano. Il sistema permette di stabilire il valore del danno, rideterminando il quantum delle singole poste in relazione alle caratteristiche individuali del danneggiato, per la responsabilità contrattuale e per la responsabilità extracontrattuale.
Il valore del danno scorporato per poste omogenee
L’indennizzo INAIL deve essere scorporato per poste omogenee dal danno biologico e da quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro. Tutti gli altri pregiudizi, invece, devono essere integralmente risarciti.
La vittima ha diritto ai danni differenziali con scomputo della rendita per poste omogenee. L’indennizzo del danno biologico è defalcato dal quantum del danno biologico, con integrale ristoro di tutti gli altri danni non patrimoniali. In caso di rendita, lo scorporo è circoscritto al danno biologico, piuttosto che al danno patrimoniale per diminuite capacità lavorative.
L’art. 1, comma 1126, lettera a), L. 145/2018, per effetto dell’art. 3-sexies, comma 1, D.L. 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla L. 28 giugno 2019, n. 58, che ha abrogato la lettera a) del comma 1126 della ultima legge di bilancio, definisce la misura da adottare.
Assistenza e tutela legale gratuita per le vittime
La Colombo Servizi S.r.l collabora con l’Osservatorio Nazionale Amianto. Queste due realtà riescono ad ottenere importanti risultati e una migliore cura per le vittime di tumore al colon e delle altre malattie asbesto correlate.
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