Errore medico: cos’è e come si calcola il risarcimento
In questa guida scopriamo tutto sull’errore medico, sulle varie tipologie, sulla normativa sulla responsabilità medica e quando e come è possibile richiedere il risarcimento dei danni subiti per errore medico.
La Colombo Servizi vanta una esperienza approfondita nella tutela legale per l’ottenimento del risarcimento dei danni. Collabora con l’ONA Osservatorio Nazionale Amianto che dispone di uno specifico dipartimento dedicato alla Responsabilità Medica con esperienza nel risarcimento da errore medico.
L’ONA e l’Avvocato Ezio Bonanni, suo Presidente, si sono occupati di risarimento per errori medici nell’ambito di:
- infezioni ospedaliere,
- carenza o difetto organizzativo delle strutture sanitarie,
- responsabilità medica di équipe,
- danni da parto,
- consenso informato,
- danneggiamento da morte,
- negligenza oculistica,
- lesioni permanenti,
- perdita di opportunità di sopravvivenza e di guarigione.
Assistenza medica e tutela legale mesotelioma
Cos’è l’errore medico? Definizione e concetto di malasanità
l concetto di malasanità ed errore medico si riferisce a situazioni in cui si verifica un’omissione di intervento o un intervento inappropriato, causando un evento avverso clinicamente significativo al danno del paziente.
In questa definizione è inclusa l’idea che non tutti gli eventi avversi sono attribuibili a errori, ma solo quelli che potevano essere evitati. In altre parole, l’errore medico può essere descritto come una deviazione dai giudizi (come la diagnosi) o dagli atti medici (come la prescrizione terapeutica) che sono generalmente ritenuti appropriati.
Si verifica un errore medico quando c’è negligenza, imperizia o imprudenza da parte del personale sanitario e paramedico nell’adempimento dei loro obblighi.
A titolo di esempio, un’errata somministrazione di farmaci, risultante da un errore medico, potrebbe portare al decesso del paziente. In diversi casi, si verificano errori durante gli interventi chirurgici, con esiti dannosi, magari a causa di una disinfezione non corretta.
Frequenza e stima degli errori medici
Valutare la frequenza degli errori medici e determinare il grado di colpa medica rappresenta una sfida complessa. Chi commette l’errore potrebbe spesso negarlo per timore delle conseguenze, e stabilire se un evento avverso poteva essere evitato (e quindi qualificato come errore medico) non è sempre un processo agevole.
Gli studi più estesi e dettagliati provengono dagli Stati Uniti e dall’Australia, indicando un’incidenza di eventi avversi evitabili intorno al 2,9%, con una stima di mortalità annua negli Stati Uniti compresa tra 44.000 e 98.000.
Gli studi sulla frequenza degli errori medici nella pratica extra-ospedaliera sono limitati e di solito si basano sull’incidenza di reazioni avverse evitabili a farmaci.
Gli errori di diagnosi portano ad eventi avversi in modo indiretto, attraverso interventi terapeutici errati o per l’omissione o il ritardo di interventi necessari. Sono più difficili da individuare e i dati a riguardo sono più limitati.
Un esempio è rappresentato da un caso in cui l’ASL Roma H è stata condannata al risarcimento per una diagnosi errata. Dopo aver confuso i sintomi di una leucemia fulminante con quelli di una colica renale, il paziente è deceduto a soli 26 anni. Anche in casi di perdita di chance, sussiste responsabilità e obbligo risarcitorio.
“Negligenza e imperizia medica hanno privato il paziente di un rallentamento nella progressione della malattia, privandolo di una sopravvivenza più lunga e di una migliore qualità della vita”, afferma l’avvocato Ezio Bonanni, che si è occupato della causa per errore medico insieme al suo staff legale.
Tipologie di errore medico: alcuni esempi
Di seguito riportiamo alcune tipologie di errore medico, senza la pretesa di essere esaustivi, ma a tiutolo di esempio.
- Errore diagnostico:
- Si verifica quando il medico non riesce a identificare correttamente una malattia o ne sottostima la gravità.
- Può portare a trattamenti inappropriati o ritardi nella somministrazione di cure necessarie.
- Terapeutico:
- Coinvolge la somministrazione di trattamenti sbagliati o la gestione inadeguata delle terapie prescritte.
- Può causare effetti collaterali indesiderati o peggioramento delle condizioni del paziente.
- Errore chirurgico:
- Si verifica durante un intervento chirurgico e può includere incidenti come tagli su organi errati, omissione di procedure necessarie o infezioni post-operatorie dovute a pratiche inadeguate.
- Di somministrazione di farmaci:
- Coinvolge errori nella prescrizione, dosaggio o somministrazione di farmaci.
- Può causare reazioni avverse, intossicazioni o mancato raggiungimento dell’effetto terapeutico desiderato.
- Nella gestione delle informazioni cliniche:
- Riguarda problemi nella registrazione, interpretazione o comunicazione delle informazioni mediche.
- Può portare a decisioni errate basate su dati clinicamente inesatti.
- Errore durante il parto:
- Coinvolge problemi durante la gravidanza o il parto che possono causare danni al neonato o alla madre.
- Può derivare da decisioni mediche inadeguate o mancanza di monitoraggio adeguato.
- Nell’informare il paziente:
- Si verifica quando il medico non fornisce al paziente informazioni complete e comprensibili sulle opzioni di trattamento, rischi e benefici.
- Può compromettere il consenso informato.
- Nell’igiene ospedaliera:
- Coinvolge pratiche inadeguate di pulizia e disinfezione, che possono portare a infezioni nosocomiali.
- Errore nella gestione dell’urgenza:
- Si verifica durante situazioni di emergenza e coinvolge decisioni o azioni che possono compromettere la prontezza e l’efficacia delle cure.
Errori di diagnosi tardiva e risarcimento
Tra gli errori di diagnosi rientrano anche quelli diagnostici tardivi, particolarmente frequenti nei casi di mesotelioma, causati dalla mancanza di sorveglianza sanitaria per chi è esposto all’amianto, l’agente patogeno capace di provocare il mesotelioma.
In mancanza di un’accurata anamnesi lavorativa, è facile confondere la malattia senza conoscere il ruolo dell’amianto nella patologia. Lo stesso vale per le pericolose infiammazioni causate dall’esposizione all’asbesto, che precedono lo sviluppo di mesoteliomi e altre neoplasie (asbestosi, placche pleuriche, ispessimenti pleurici).
Prevenzione degli errori medici: cosa fare?
La prevenzione degli errori medici richiede l’implementazione di strategie articolate. È essenziale acquisire una maggiore conoscenza sui vari tipi di errori medici per elaborare tali strategie in modo efficace. Introdurre sistemi che permettano ai medici di segnalare in modo anonimo i propri errori, garantendo al contempo la massima riservatezza, potrebbe rivelarsi un contributo significativo.
Gli errori comuni commessi dagli operatori sanitari possono essere evitati mediante semplici attenzioni e precauzioni. Ad esempio, scrivere le prescrizioni in modo leggibile, prestare particolare attenzione al trattamento di pazienti seguiti da diversi specialisti e fornire informazioni chiare e adeguate ai pazienti.
L’introduzione di sistemi computerizzati di prescrizione medica in alcune strutture sanitarie rappresenta un’innovazione che potrebbe risolvere diversi problemi legati alle prescrizioni, migliorando la precisione e riducendo il rischio di errori.
La posizione di garanzia della struttura e del medico
La responsabilità del medico e della struttura sanitaria si configura attraverso la posizione di garanzia, in cui assumono il compito di preservare la salute del paziente. Oltre agli obblighi legati al trattamento, devono fornire informazioni accurate e assicurare la corretta esecuzione, garantendo tempestività nella diagnosi e nella prognosi, nonché nel percorso terapeutico.
Medico e struttura sanitaria, in qualità di garanti, svolgono un ruolo di fondamentale importanza, avendo l’obbligo giuridico di prevenire eventi dannosi in base al rapporto di protezione instaurato con il paziente, come stabilito dall’articolo 40, comma 2, del Codice Penale.
L’articolo 40, secondo comma, del codice penale afferma che “non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”. Tale disposizione si fonda sugli articoli 2, 32, 41, comma II della Costituzione, i quali impongono una tutela prioritaria di specifici beni.
Le due categorie della posizione di garanzia: quali sono?
La posizione di garanzia si articola in due categorie funzionali che tradizionalmente definiscono gli obblighi dei garanti.
Per quanto riguarda la prima categoria, si tratta della posizione di garanzia di protezione, che richiede la salvaguardia del bene protetto da qualsiasi rischio che ne minacci l’integrità. Gli obblighi nei confronti dei beni legati alla vita e all’incolumità personale rientrano in questa categoria. L’obbligo di protezione può derivare anche dall’assunzione volontaria di un impegno di tutela, come nel caso in cui il medico si prende cura di un paziente in stato di incoscienza.
La seconda invece è la posizione di garanzia di controllo, che impone di neutralizzare eventuali fonti di pericolo che minacciano il bene protetto.
Un esempio di applicazione in giurisprudenza
La decisione giudiziaria numero 7483 del 2000 della Corte di Cassazione fornisce un approfondimento dettagliato sulla posizione di garanzia. Nel caso preso in considerazione, una donna, dopo un ricovero d’urgenza, è stata sottoposta a un esame T.A.C. su indicazione del primario ospedaliero. Il risultato ha portato il primario a raccomandare ulteriori indagini per ottenere una visione più completa del quadro clinico.
Dopo aver dato istruzioni per la procedura diagnostica, il primario si è allontanato dalla struttura con l’intenzione di tornare il giorno successivo per eseguire un intervento chirurgico programmato. Tuttavia, a causa del ritardo nell’esecuzione dell’intervento, non è stato in grado di gestire adeguatamente la paziente, il cui stato di salute è peggiorato progressivamente fino al decesso.
Oltre alla responsabilità del primario, è stata riconosciuta una responsabilità anche agli altri operatori sanitari, che avrebbero dovuto intervenire durante la sua assenza. Entrambi, essendo co-detentori dell'”obbligo di garanzia”, sono stati ritenuti responsabili solidalmente e individualmente.
A chi spetta il diritto al risarcimento per errori medici?
Hanno diritto al risarcimento del danno tutti i pazienti che hanno subito un danno per errore medico. Come già detto, per ottenere il risarcimento è necessario che venga dimostrato il nesso causale tra il danno e le azioni del medico o della struttura, la negligenza, l’imperizia e l’imprudenza.
Il danno biologico indica una lesione subita a livello corporeo o mentale da parte di un individuo. In caso di danno biologico tutti sono legittimati a richiedere il risarcimento per danni medici, in quanto l’integrità fisica è un diritto tutelato dalla Costituzione italiana. Oltre al danno biologico, si considerano anche il danno morale, esistenziale e patrimoniale.
Quali sono i danni risarcibili per errore medico?
Il danno patrimoniale si riferisce alle spese mediche sostenute a seguito di errori sanitari o alla perdita di guadagno causata dal danno biologico derivante da errori medici.
I danni morali sono connessi alle sofferenze psicofisiche generate dall’evento. I danni esistenziali coinvolgono la sfera dell’esistenza, che subisce un impatto significativo a lungo termine a causa del danno medico subito.
I pazienti vittime di errore medico hanno diritto al risarcimento completo dei danni subiti, sia di natura patrimoniale che non patrimoniale (risarcimento del danno biologico, esistenziale, morale e, in alcuni casi, tanatologico e catastrofale). Anche i familiari del paziente vittima di errore medico hanno diritto al risarcimento dei danni subiti dalla vittima in caso di decsso. Hanno inoltre diritto al risarcimento dei danni subiti iure proprio.
Termine per esercitare il diritto al risarcimento per errore medico
Il periodo entro cui è possibile richiedere il risarcimento per errori medici è di dieci anni dalla scoperta del danno (articolo 2946 del Codice Civile). Per quanto concerne gli aspetti di responsabilità extracontrattuale, il termine di prescrizione per l’errore medico è fissato a cinque anni.
Per quanto riguarda il conteggio del periodo di prescrizione per il diritto al risarcimento in caso di errore medico parte dal momento in cui la vittima di malasanità era consapevole o avrebbe potuto esserlo dell’evento (ossia la lesione alla sua salute) e del nesso causale, ovvero la reale portata giuridica del danno biologico subito.
Il paziente che ritiene di essere vittima di errore sanitario fa riferimento alla responsabilità contrattuale del medico e della struttura sanitaria, assumendo l’onere di dimostrare il danno e il nesso causale. Successivamente, spetta alla controparte dimostrare l’adempimento corretto.
Risarcimento per errore medico: quadro normativo
Per ottenere un risarcimento per errore medico, la Legge n. 24/2017 (Legge Gelli) ha codificato l’intera materia della responsabilità medica, stabilendo un nuovo sistema di norme che salvaguarda meglio il diritto del paziente a ricevere la migliore assistenza medica per la tutela della sua salute.
Il personale medico e paramedico ha l’obbligo di assistere il paziente con diligenza prudenza e perizia (art. 1176 II comma c.c.). Solo in questo modo può essere tutelata la salute del paziente nel migliore dei modi, con la guarigione, o quantomeno con un significativo miglioramento delle sue condizioni di salute ed in ogni caso senza che ci sia un peggioramento legato ad errore medico.
Le strutture sanitarie sono responsabili per l’errore medico e per le condotte negligenti, imperite ed incapaci, dei loro sanitari, ed hanno perciò stesso l’obbligo, in solido, di risarcire tutti i danni di malasanità.